con l’intervento di Andrea Catoni
Laura Salvinelli ha iniziato a lavorare come fotografa nel 1982, inizialmente attratta dalla leggerezza e dalla bellezza. E’ stata una fotografa di scena per il cinema e ha scattato ritratti fotografici di attori e musicisti. Nel 1989 inizia a viaggiare in Asia, e da allora lavora anche come fotoreporter e reporter.
Reportrait: così Laura Salvinelli definisce il suo lavoro, che fonde l’empatia senza tempo del ritratto con l’urgenza della cronaca umanitaria. Raffinata ritrattista di attori e musicisti dal 1982, ha viaggiato spesso in Oriente. L’11 settembre 2001 segna una svolta nella sua vita: il suo antico desiderio di mettere l’estetica al servizio dell’etica, mettendosi a disposizione del mondo umanitario, non poteva più essere rimandato.
È partita per l’Afghanistan il prima possibile. Da allora ha prodotto numerosi reportage – per i quali scrive anche i testi –, dall’Asia e dall’Africa, collaborando a stretto contatto con organizzazioni umanitarie.
Pubblicato da giornali e riviste come Alias – il manifesto, Internazionale ed Elle, le sue mostre includono: The Cure (2004), sull’Afghanistan; Sulla prima nobile verità. Ritratti di guerra, esilio e rinuncia (2005), sul continente asiatico; Congo Reportraits (2007), sulla Repubblica Democratica del Congo; Indiana. Reportage dal più grande sindacato delle donne indiane autoimpiegate (2008), con testi di Mariella Gramaglia; In L’occhio di una donna per la Banca Mondiale, Washington DC (2007); Ferma la tubercolosi! per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Hannover (2013); il collettivo Female Genital Mutilation 68 MILLION GIRLS AT RISK for Dysturb e il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, New York City (2019); AFGHANA. Reportage del Centro maternità EMERGENCY nella Valle del Panjshir (2021).
